Verso Natale 2017
“La lunga estate calda” di questo 2017 è ormai passata. E’ stata un’estate difficile, trascorsa tra il fumo degli incendi e il terremoto di Casamicciola. Eppure nel pieno di ferragosto, con i quaranta gradi e più, all’ora di punta, nel centro antico di Napoli, e più precisamente in via Tribunali e nella “via dei presepi”, c’erano tanti turisti. Questo fa ben sperare per il futuro perché il gradimento della città supera sempre le difficoltà e ridimensiona le solite discussioni sugli stereotipi. I luoghi comuni si misurano con l’esperienza diretta, specialmente a Napoli, una città che combatte tra l’eccessivo folklore e la grande presunzione intellettuale senza mai trovare un giusto equilibrio. La gente di tutto il mondo l’ha capito e da qualche tempo, superando le paure del “sentito dire”, ci viene a trovare rimanendo, nella maggior parte dei casi, sorpresa ed estasiata.

Anche quest’anno il nostro atelier apre le porte al pubblico per mostrare il risultato del nostro appassionante lavoro. Il presepe napoletano come presupposto per raccontare la città e le sue contraddizioni, che si fa metafora del mondo intero e delle sue ambiguità. Per questo Natale ci facciamo accompagnare dalle parole di Pietro Gargano che nel lontano 2005 volle donarci questo prezioso pensiero.
Se una scarabattola si apre ad ospitare un mondo,
allora una donna nuda può diventare più devota di un rosario.
E Ciruzzo ‘o nirone – figlio della “tammurriata nera” -,
il pulcinella dalla maschera bianca,il femminella
diventano segni dell’accogliente tolleranza di Napoli.
All’opposto, gli schiavi ci ammoniscono che la barbarie non è finita.
Perchè il lavoro dei fratelli Scuotto anche questo vuole dimostrare:
il Presepio vive, segue e anticipa le convulsioni e i sogni del tempo
e della storia, partendo da Napoli che dell’ambiguità
è l’ombelico.
Pietro Gargano.
